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venerdì 19 marzo 2010

UNA PROVOCAZIONE


Riporto queste dichiarazioni trovate sull'Espresso di qualche anno fa.

LA SCUOLA E I NON VALORI
Se la famiglia non è più in grado di trasmettere valori e formazione pedagogica, è la scuola che deve farsi carico di ciò. Non basta, infatti, informare, è indispensabile “formare”: e cosa, se non la coscienza critica e l’identità dello studente? E come può farlo un insegnante se è, da parte sua, immotivato o psicologicamente impreparato e carico di problemi ed è magari carente proprio di quella identità e coscienza critica che dovrebbe trasmettere al ragazzo?
Naturalmente questo elementare concetto andrebbe esteso anche ad altre speciali categorie sociali, ad esempio, i giudici di tribunali, gli psicologi, gli psichiatri e in gran parte anche ai medici, cioè a quei soggetti che devono stabilire con il prossimo, non solo relazioni tecniche e connotative, ma umane nel senso alto del termine, cioè capaci di realizzare un feeling il più intenso possibile. Ciò in modo speciale per quanto riguarda la relazione allievo-docente o paziente-psicologo, perché è proprio nel transfert o, nella forma più ridotta, nel feeling, che è indispensabile sviluppare, tra due persone che relazionano in un processo di crescita quei processi trasformativi che stanno alla base dell’intesa pedagogica e psicologica. (Piancastelli)
LO SPLENDIDO QUARANTENNE CHE VEDETE NELLA FOTO INVESTIRA' IN EDUCAZIONE 5 MILIARDI DI DOLLARI IN USA NEI PROSSIMI TRE ANNI.

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